mercoledì 15 febbraio 2012

A tradimento

Le vigliacche mi hanno presa alle spalle, quando ormai credevo di aver vinto la battaglia e avevo deposto le armi.
Ieri stavo scrutando allo specchio i cambiamenti del mio corpo post gravidanza.
Un' occhiata alle super tette, wow, questo mi piace!
Un' altra alla panza flaccida, no, questa proprio non mi piace, devo correre ai ripari...uhhh, addominali... già sudo al sol pensiero.
Uno sguardo d'insieme alla ciccia accumulata, 18 chili, ho preso 18 chili! Ancora non ci credo, mai provata una sensazione di fame così forte. Vabbè che partivo leggermente sottopeso  e dopo il parto ne ho persi 9, ma ne restano ancora altri 9 se voglio rientrare nei miei vestiti pre gravidanza. Prevedo molta fatica nei prossimi mesi.
Poi mi giro ed eccole lì, meschine.
Orribili smagliature solcano le mie chiappe, ci mancavan solo loro per contribuire alla decadenza del fisico.
Non si fa così, proprio a me che ero tutta trionfante per non averle ancora viste, dopo che avevo passato nove mesi ad ungermi per bene ogni centimetro, adesso dopo il parto, mi sentivo al riparo e comunque con un neonato, non so voi, ma a me a volte diventa difficile anche trovare quei 20 minuti quotidiani, mattino e sera, per spalmarmi d'olio, che se proprio avevo un po' di tempo lo dedicavo al riposo o al cazzeggio libero da impegni.
Forse sono ancora in tempo per tentare una controffensiva: devo correre in farmacia!

martedì 7 febbraio 2012

Alla fine arriva Bi

Ora che è passato più di un mese e ho metabolizzato la nuova vita con Bi   e poiché questo è un blog ombelicale, fatto  delle parole e delle emozioni che ruotano vicino al mio ombelico, massimo qualche metro più in là, ecco qua il racconto del mio parto.
So che tutta la bloggosfera ne sentiva la mancanza ;)

Allora il 19 stavo giusto crogiolandomi in oziosi pensieri del tipo partorire immediatamente oppure mai, quando durante la serata un'improvvisa perdita rosata è giunta turbare la mia placida quotidianità di puerpuera a termine. 

Ovviamente, essendo al primo figlio, ho fatto quello che tutti avrebbero fatto, vale a dire partire immediatamente con il Franz alla volta del pronto soccorso ostetrico con le valige della partoriente a seguito perché non si sa mai.
Giunti al pronto soccorso una simpatica infermiera ci accoglie dicendoci che se non avevo contrazioni ogni 5 minuti potevo anche starmene tranquillamente a casa. Figuriamoci! Stare tranquillamente a casa era improponibile. Una perdita rosa doveva essere chiaramente il sintomo di qualcosa, anche perché erano giorni che mi sentivo strana: la pressione si era alzata e avevo i piedi come due bondiole, cosa che non mi era mai successa in tutti i nove mesi. Quindi mi visitano, e mi dicono che probabilmente avevo perso il tappo mucoso, anche se io di muco non ne avevo visto neanche l'ombra, e comunque signora, questo non vuol dire nulla, potrebbero passare ancora dei giorni, stia tranquilla che non ci sono contrazioni.
Così me ne son tornata a casa  e il giorno dopo ho fatto un milione di cose, ho camminato moltissimo, sono passata al centro commerciale perché mi mancavano giusto un paio di cose da piazzare in valigia, poi dal ginecologo per essere rassicurata sulla perdita di questo tappo e poi, già che c'ero, in merceria, che mi servivano proprio un paio di bottoni per completare i regali di Natale fai da te. Quella sera stessa son partite le contrazioni. Ma va?
Io,turbata dai racconti di mamma e zie, che mi narravano di non aver avvertito le contrazioni al momento del parto, temevo che questa cosa potesse essere ereditaria e già mi immaginavo a  partorire improvvisamente in mezzo ad una strada. In realtà ora posso dire che no, non è un dono ereditario e le contrazioni le ho sentite benissimo.
Per un po' sono stata buona buona sul divano di casa a cronometrare  la distanza tra l'una e l'altra appuntando diligentemente gli orari su un foglietto, in modo tale che se avessi trovato ancora l'infermiera del giorno prima avrei potuto metterle sotto il naso il mio taccuino e dirle vede che sono ritmiche! Così verso le 23.30 siam partiti, e stavolta vai ancora di monitoraggio per accertare l'esistenza di queste benedette contrazioni e poi finalmente l'ingresso in sala travaglio.
Lì ho scoperto che non ci sarebbe stato posto per il Franz accanto a me, perché c'era un boom di partorienti e io dovevo condividere la stanza travaglio con un'altra ragazza. E vabbè... così va la vita. Alla fine abbiamo anche chiacchierato e fatto amicizia  tra una contrazione e l'altra , a gambe aperte, in qualsiasi pozione, scevre di ogni pudore.

Ho passato tutta la nottata con l'ostetrica Francesca, che ho amato moltissimo, perché mi stava accanto e mi diceva brava, bravissima, in fondo basta poco per far felice un donnino impanzato...
Intanto il travaglio avanzava, abbandonati i prodromi nella notte, ora era il momento delle contrazioni serie, aiutate da una potentissima flebo di ossitocina, della dilatazione via via sempre maggiore e del cambio turno. Così è arrivata un'ostetrica che ricordava Patty Pravo negli anni '70, decisamente algida, ed io non ero mica felice che già mi mancava il calore di Francesca.
Invece poi  ho dovuto ricredermi, infatti con le contrazioni sempre più forti io avevo bisogno di sostegno e il Franz non c'era, così ad un certo punto ho agguantato Patty e me la sono abbracciata e lei si è fatta abbracciare più e più volte, non era poi così fredda, anzi mi è proprio piaciuta. Anche perché ad un certo punto, quando il dolore era fortissimo, visto che la mia piccina era in posizione occipito posteriore e sembrava proprio intenzionata ad uscire dal buco sbagliato, è andata a chiamare Edna, l'anestesista.
Edna si è fatta a lungo attendere e quando l'ho vista la prima volta mi ha terrorizzato con non si muova, lei sa a cosa va incontro... non si muova assolutamente anche se arriva una contrazione... e poi è sparita richiamata chissadove.
Ridatemi Edna, vi prego!
Alla fine, sono stata fortunata, Edna è ritornata alle 12, troppo tardi per l'epidurale, ma ancora in tempo per la spinale, che vi assicuro mi ha regalato due ore di autentico sollievo.
Ora era una lotta contro il tempo dovevo assolutamente farcela a far uscire Bi prima della fine del miracoloso farmaco. Ad un  certo punto ho sentito che qualcosa là sotto cambiava, Bi aveva finalmente deciso che da quella parte era impossibile uscire e ha raddrizzato la testina incanalandosi nel verso giusto. E allora giù di spinte.

Quando ho visto che il mio letto girava e imboccava il corridoio verso la sala parto ho capito che eravamo giunti al gran momento. Ed ecco finalmente materializzarsi accanto a me il Franz, che, eroico, era stato in sala d'attesa tutto il tempo, con un'unica pausa notturna in cui era andato a schiacciar un pisolino in macchina rischiando l'assideramento.
Poi ricordo solo le urla, con un urlo fortissimo è uscita la testa e dopo, accompagnato da una sensazione indescrivibile, magica, è scivolato fuori il corpicino di Bi.
E poi c'era solo lei, color melanzana, livida,  con l'occhio scuro e liquido, aperto sul nuovo mondo, bellissima!
Così è nata Bi.
Alle 14.49. Tredici ore indimenticabili.


Non era proprio il modo che avevo immaginato frequentando il corso pre parto o leggendo i libri sulla gravidanza, tutti americani. Ecco, in Italia si nasce in un altro modo, o forse solo dove ho partorito io, che comunque è un grande ospedale rinomato e all'avanguardia. Niente vasche per il travaglio, il piano nascita meglio lasciarlo nel cassetto, la partoanalgesia guardata con sospetto o elargita in rarissimi casi, strutture insufficienti per dimensioni... Il personale che ho incontrato è stato carinissimo e molto presente, niente da dire, ma se dovessi scrivere anche del seguito del parto, nessuno crederebbe che era una grande struttura che dovrebbe essere all'avanguardia...

lunedì 6 febbraio 2012

Ospiti a pranzo



Con questo freddo il Franz ha pensato di aiutare i piccoli ospiti del nostro giardino, che non hanno tardato ad arrivare. La nostra è una soluzione veloce, il piattino con il pane, ma ho trovato tante idee interessanti qui.
Non vedo l'ora di provarle con Bi.